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giovedì 5 ottobre 2017

STOLVIZZA – APERTURA NUOVO CENTRO CULTURALE

Articolo a cura di Franco Tosoni

- SABATO 14 OTTOBRE 2017 -
Chi si deve rallegrare per questa iniziativa, cioè quella notizia dell’apertura di un nuovo centro culturale e museale a Stolvizza? Io, certamente no, come penso buona parte dei resiani. Avere un centro culturale a Stolvizza ai residenti di tale paese può anche andare bene, visto anche l’esiguo numero di residenti, e si pensa, o la pensano, che potrebbe portare un notevole contributo e dei vantaggi considerevoli all’economia di Stolvizza e dei stolvizzani, da chi? Dagli sloveni? Un piccolo orto da coltivare, egregiamente e con considerevole egoismo da parte di chi spera in un futuro gioioso per la cultura e per la lingua resiana. Perché questo “fenomeno” ha preso piede solo e soltanto in quel determinato luogo?
Il comune di Resia è composto da altre frazioni e forse in questi paesi lo specchietto per le allodole non ha preso piede e non ha funzionato, se non da parte di qualche esiguo numero di ascoltatori addolciti da questi incantatori di illuminanti illusioni. Vogliono formare una enclave, cioè un territorio entro i confini di uno stato, ma culturalmente dipendente da un altro stato, visto che adesso anche politici sloveni, di una certa rilevanza, ormai non si annunciano nemmeno ai nostri amministratori comunali, ma si recano direttamente in quel paese, diventato ormai meta per una scampagnata di fine settimana. Ma la mia indiscrezione, se tale si può chiamare, non è tanto per l’apertura di questo nuovo centro, giacché non è altro che un trasferimento di sede, ma il fatto che l’amministrazione del comune di Resia ha negato la prosecuzione della loro permanenza, come dicono, alle loro organizzazioni, nella ex canonica di Stolvizza, finalmente. Per chi non fosse ancora a conoscenza il perché di questa negazione, deve sapere che l’edificio della ex canonica, la proprietà è dell’amministrazione comunale.
A questo punto sarebbe giusto e doveroso sapere a che titolo l’Associazione SKGZ ha avuto a disposizione questo edificio fino a questo periodo. Visto l’importanza dell’attività, questo centro culturale ha pensato bene di mettere mano al borsello e di acquistare una vecchia casa vicino alla chiesa, così da adibirla e arricchirla internamente. Spero vivamente, visto che parlano delle loro organizzazioni, dopo l’apertura e l’inaugurazione, che trasferiscono, armi e bagagli, anche tutte quelle cose di poco conto che hanno presso il bunker di Varcota, forse anche il loro, NON IL NOSTRO, Gruppo Folkloristico.
Franco Tosoni

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