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Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

giovedì 2 novembre 2017

Le omissione (fatte apposta?) del Novi Matajur?

Mi è capitato di leggere articolo del Novi Matajur datato 15 giugno 2016 dove evidenzierebbero  gli Studi del Linguista Polacco Jan Baudouin de Courtenay dove scriverebbe che i Resiani non sono Russi.
A colui o colei che ha scritto l'articolo, e a colui o colei che ha permesso di pubblicare lo stesso, volevo far notare quanto segue:

Visto che citano Baudouin de Courtenay, come esperto cui dare credito, gli ricordiamo, per completezza,  ciò che dice - sempre Baudouin de Courtenay -:

In simile maniera possiamo dimostrare, che i Resiani non sono Bulgari, non Sloveni nel senso proprio di questa parola, non Serbo-Croati nel senso stretto, ecc., e che ci rappresentano, dal punto di vista glottologico, una stirpe slava indipendente.
Baudouin de Courtenay
Atti del IV Congresso internazionale degli orientalisti – Firenze 1878
(vedi la pubblicazione di Arturo Longhino Arketow, pag. 4)

In questa Valle (di Resia), come pure nell'altra, cioè la valle di Uccea, abita un popolo slavo del tutto speciale, il popolo resiano, che devesi distinguere tanto dagli Sloveni, quanto dai Serbo-Croati. Secondo la mia persuasione scientifica,  fondata sulle particolarità fonetiche, come pure su  alcune altre  proprietà di questa parlata ... i Resiani ci presentano la continuazione storica di una fusione di diverse tribù slave con un altro elemento etnico, abbastanza forte, per lasciare nella lingua slava tracce indelebili. L'elemento slavo si è sovrapposto  ad uno strato straniero. Quegli Slavi dovevano provenire da diverse tribù con diversi dialetti, giacchè ancora oggi questo piccolo popolo di poco più di 4500 abitanti si presenta notevoli diversità dialettali, così che dobbiamo distinguere quattro dialetti resiani, relativamente molto differenti. La differenza principale del Resiano dallo Sloveno e dal Serbo-Croato consiste appunto nel detto strato linguistico straniero.
XI Centenario di Paolo Diacono - Cividale 1899 (vedi pubblicazione di Arturo Longhino Arketow, pagg. 7-8)




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Di seguito,per intero, l'articolo del Novi Matajur:

Resia non è un “paese russo d’Italia”

Lo scorso sabato 11 giugno è stata in visita a Resia una delegazione del comune russo di Fryazino, invitata dall’amministrazione comunale locale, con l’intento di dare avvio ad un gemellaggio per possibili sviluppi di natura economica – turistica. La motivazione principale per la quale si è addivenuti a questa iniziativa, così come è stato affermato durante l’incontro promozionale avvenuto alla Camera di Commercio di Udine il giorno precedente, è che vi sia un diretto legame linguistico del resiano col russo. La Val Resia è stata infatti definita “… il piccolo paese russo d’Italia…”. Non è la prima volta che ci troviamo davanti a simili affermazioni, ma a questi livelli destano qualche perplessità considerata la realtà dei fatti, che non è proprio così. Già nella seconda metà dell’Ottocento il noto linguista polacco Jan Baudouin de Courtenay, che visitò e studiò la Val Resia e le altre valli contermini del Torre e Natisone negò il legame diretto del resiano alla lingua russa. Infatti, leggendo il suo libro “PEЗҌЯ И PEЗҌЯHE”, stampato a San Pietroburgo nel 1876, nella versione italiana “RESIA E I RESIANI – PEЗҌЯ И PEЗҌЯHE” a cura di Aldo Madotto e Luigi Paletti, editrice Cleup pag. 104 (pubblicazione realizzata dal Comune di Resia nel 2000) troviamo queste sue parole: “La tradizione da me ricordata di una più stretta parentela della lingua resiana colla russa o delle parlate resiane colle parlate russe è contraddetta in pieno dallo stato reale delle cose. Se le parlate resiane appartenessero alla famiglia russa delle parlate slave, in tal caso dovrebbe essere loro propria, tra l’altro, la pienezza delle vocali – “polnoglasie” – esclusivamente russa, …”. Dopo l’illustre linguista polacco molti studiosi si sono interessati del resiano che è stato classificato, come è noto ormai da decine di anni, tra i dialetti sloveni. In questo un riferimento scientifico importante è, tra gli altri, anche la commissione scientifica che cura la redazione dell’Atlante delle lingue slave (OLA), fondata a Mosca nel 1958 e composta da slavisti di tutti i paesi di lingua slava. Anche qui il resiano è collocato all’interno del contesto linguistico sloveno (www.slovatlas.org). Tale commissione scientifica si riunisce periodicamente e, in occasione di uno di questi incontri, nel novembre 2013, ha fatto visita anche a Resia. Erano presenti slavisti di dodici gruppi di lavoro nazionali provenienti da altrettanti paesi o comunità di lingua slava (Russia, Bielorussia, Polonia, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Bulgaria, Slovenia, Croazia, Serbia, Macedonia, Lusazia – in Germania – e Ucraina). Guidati dal prof. Matej Šekli, sono stati ricevuti presso il Museo dell’Arrotino a Stolvizza dove hanno avuto modo di incontrarsi con gli operatori culturali locali. È stata scelta Stolvizza in quanto è la località più a occidente tra le centinaia di località di riferimento dell’Atlas.


1 commento :

  1. Colui che ha scritto questo articolo (Novi Matajur il 15-06-2016) è certamente un personaggio OTTUSO è ignorante sulla storia RESIANA

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