ROSAJANSKI DOLUNO - Dulïna se nalaža tu-w Reġuni Friuli-Venezia Giulia. Göra Ćanïnawa na dilä di mërä ta-mi to Laško anu to Buško nazijun.


IL SITO DEDICATO A TUTTO IL POPOLO RESIANO CHE TENACEMENTE CONTINUA A DIFENDERE LINGUA,CULTURA E TRADIZIONE


Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena
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venerdì 19 febbraio 2021

Le bugie hanno la gonna corta

Dinanzi a due foto mi sono soffermato, e ho cercato di capire se veramente sono resiane le Donne postate. A riguardo della foto della fine del 1800, non ci sono dubbi.RESIANE DOC.
Pag. 148 del libro Resia e i Resiani. Foto fine 1800, sulla scalinata della chiesa di Prato. Ma sulla seconda foto ho parecchi dubbi. Mi soffermo sui vestiti. Nel 1939 l'acquerellista Saša Šantel ha disegnato una donna in costume, direi fantasioso con Stolvizza sullo sfondo. L'assurdità è inserirlo nel libro Resia e i Resiani (pag. 154), come appartenente alla nostra tradizione. Mentre il vero costume resiano è sicuramente un altro.

lunedì 29 agosto 2011

Šmarnamiša 15 AGOSTO 2011


Tutto era stato organizzato alla perfezione, ma purtroppo il maltempo ha condizionato tutta la Festa. Un vero peccato. Infatti già al mattino presto forti temporali hanno colpito la pianura Friulana per poi estendersi fino a Resia. I propietari delle bancarelle che dovevano partecipare al mercato di Prato piano piano telefonavano agli organizzatori per avvisare della loro non partecipazione. I produttori di Aglio, di Miele e di altri prodotti Tipici Resiani erano comunque presenti, grazie ai volontari di Resia.

domenica 1 novembre 2009

PRATO DI RESIA ESTATE 2009


Foto concessa da Madotto Elena

PRATO DI RESIA 1869


Foto dal libro: La società alpina friulana e le Alpi Friulane


Angelo Arboit (studioso) descrive così le vesti delle donne resiane nel 1869.


“…Il ciamïòt delle resiane è una tunica larghissima senza maniche, raccolta da un cinto nero intorno la vita, e scendente sin presso le caviglie. L’apertura della tunica sul davanti va allargandosi all’in su in modo da lasciar vedere un corsaletto a colori che s’abbottona fin sotto la pozzetta del collo, e il più delle volte questo è anche coperto da una giubba a maniche, di stoffa nera, che esce dai due buchi laterali dal ciamïòt e s’innalza a sbuffi sull’estremità delle due spalle in modo curioso. Questa giubba (juppe) trent’anni fa era lunga come i moderni soprabiti degli uomini. Portano pure le camicie da uomo con collare largo, ripiegato sopra il corsaletto, o la giubba. La testa coprono con un fazzoletto sino alle sopraciglie, ravvolgendovi spesso anche il mento fino alla bocca. Il qual costume è identico di quello delle donne della Sardegna centrale nelle parti di Nuoro ed Orune. Alle quali si rassomigliano pure in un’altra particolarità che è quella di lasciar cadere più basso le gonne di sotto, in modo che la eccedenza sporgente è assai considerevole. Le calze hanno bianche, per lo più ricamate, le scarpe basse con tomaia a punta verso il collo del piede. Costume severo, specialmente pel color della clamide ch’è sempre scuro.
Osservando bene il costume delle donne resiane, mi persuasi che questa colonia alpina dev’essere provenuta da un paese nord-orientale. I meridionali di qualunque paese amano i colori vivi e varii, sopra tutto il rosso ed il bianco, come si vede nella Spagna, nella Sardegna, nella Sicilia, in Grecia, nell’Africa e nell’Africa australe.
Al nord invece si prediligono colori bruni ed una forma di vestire severa. E’ il caso dunque delle resiane. E dico delle resiane, perché gli uomini in generale mutano foggie col mutar di paese.
Sulla provenienza della colonia resiana ho letto e sentito molti discordi opinioni; ma che giova il discutere? Stando ai fatti, il suo tipo è antico e nordico-orientale, e finché con altre prove reali non mi si dimostri il contrario, lo riterrò sempre per tale….”
Angelo Arboit: "Resia", Giornale di Udine 4/213, 1869, pp. 1-2; 4/214, 1869, pp. 1-2